Appena ricevuta la pregiatissima sua del sei scorso
marzo, mi fo una premura di risponderla, non meno per il soggetto, ad ambedue
sommamente interessante, su cui si aggira, che per il desiderio mio di stringer
vieppiù una corrispondenza letteraria che debbe recarmi continua istruzione
e diletto. Sarebbe sommamente colpevole chiunque, ed io ancor più,
per i vincoli di amicizia e parentela che uniscono le due famiglie, se non
curasse di perfezionare un sì bel terreno, che lei, stimatissimo sig.
abate, ha coltivato fin qui con sì provvida cura, e messo in procinto
di dare abbondantissimi frutti. Fatti già i primi passi verso la astronomia
sublime, e bastantemente al fatto della marittima, per poterla imediatamente
esercitare senza rossore, comincerà il giovine Fabio fra quindici giorni
ad intraprendere al mio fianco la parte attiva, che nell'educazione, anche
delle guardie marine, proposi sempre alla Corte come preferente, sì
per il naturale ammiglioramento del fisico, che ne deriva, come per la immensità
di oggetti che procura, sì piacevole al giovine, e per la stracchezza,
che considero come l'unico ostacolo ai vizj. Spero dunque ne' principj infondergli
queste due grandi ed utili distrazioni: amore alla musica ed amore al travaglio
personale, dimanando da quest'ultimo una natural sveltezza ed un merito veramente
distinto in un corpo ove, con grande discapito nazionale, si inclinan piuttosto
alla vita studiosa e sedentaria. Lo studio ne' libbri non puol esser per noi
che un oggetto secondario, posciacchè differenti rami c'interrompono
ad ogni momento una serie uniforme; a bordo il servigio personale, le veglie,
l'incertezza, il poco sito, il romore, tutto cospira a farci arduo, anzi impossibile
uno studio metodico; e sopratutto, obbligati ad ogni momento a veder mancare
nella prattica le più belle combinazioni, non possiamo affidare a una
grande teorica il timon principale delle azioni nostre. Avvezzerò per
conseguenza il nostro giovine, s'ella lo appruova, a considerar le matematiche
come ai ragazzi spartani si facea considerare il vitto, che quantunque sì
necessario, dovean non ostante scaltramente rubbarlo. In quanto ai libbri
che ci rimette, le sono tenutissimo, ugualmente che al sig. marchese Gian
Francesco ed al marchesino Daniele, ai quali la prego di voler presentare
i miei rispetti. Lascieremo in deposito, o al conte Prasca o al conte Greppi,
tutti quei che il sito non ci permetta d'imbarcare, sendo duplicati. Avrà
così agio il nostro giovine di fissare il naturale desiderio di possedere
in oggetti utili. Avrò cura di coltivargli l'eccellente morale di cui
è provisto, generalizzando principalmente le sue idee agli uomini,
di qualunque figura o clima si sieno, e, colla varietà grande degli
oggetti e l'equilibrio della natura, infondendogli la più giusta idea
del Creatore che ci sia concesso quaggiù di percepire.
Ma mi dilungo di troppo in materie che, quantunque
mi sieno estremamente grate, non mi vien concesso per ora di coltivare. Avent'jeri
si è gettata felicemente la nostra corvetta all'acqua, sicché
abbiam già casa per tre o quattr'anni, dopo i quali non dispero correr
con il nostro Fabio a rivederla.
Non v'è, a mio credere, efemeride di Milano
che non sia interessantissima all'astronomia ed alla nautica. I signori Cesaris,
Reggio ed Oriani (1)
fanno onore all'Italia e, se non dovessi abbandonare quest'osservatorio, al
quale S. M., ad istanza mia, va a concedere una dotazione particolare, le
avrei supplicato di procurarmi quanto prima la loro corrispondenza. I livelli
Litta ci serviranno (se la loro esattezza è sì grande) a intentar
di decidere la questione del livello de' due mari fra Panamá e Portobelo.
Aspetto con impazienza il suo raggionamento sul mio
prossimo viaggio, e frattanto mi raffermo, pregandola a credermi con il migliore
affetto e gratitudine suo
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(*) Originale presso coll. priv.; D. MANFREDI, Alessandro Malaspina e Fabio Ala Ponzone. Lettere dal Vecchio e Nuovo Mondo (1788-1803), Bologna, Il Mulino, 1999, pp. 177-179. [Criteri di edizione]
(1) Gli astronomi di Brera Angelo De Cesaris, Francesco Reggio e Barnaba Oriani scambiarono varie informazioni astronomiche con gli ufficiali della spedizione. I contatti venivano mantenuti tramite lo Ximénez. Costui, proprio pochi giorni prima di questa lettera, aveva scritto a Fabio: «[...] Fatemi il piacere di eseguire voi, se sarete in caso di farlo, e di interessare anche il sig. cav. Malaspina, tutte le osservazioni che potrete, di quelle che mi accenna l'amico De Cesaris nella sua lettera. Egli coi suoi colleghi ne faranno pure in Brera, contemporaneamente; al vostro ritorno le comunicherete insieme e le paragonerete; e i risultati che se ne potranno ricavare vi faranno un onore immortale. Vi accludo la di lui lettera, perché vi serva di ricordo e di stimolo [...]»; v. minuta di lettera del 30 marzo 1789, inedita in ACAM.
Text courtesy of the Centro di Studi Malaspiniani, Mulazzo, Italy; notes by Dario Manfredi. English Translation
Updated: June 5, 2018