Alessandro Malaspina a Ramón Ximénez  (*)

Cadice, 10 aprile 1789

     Appena ricevuta la pregiatissima sua del sei scorso marzo, mi fo una premura di risponderla, non meno per il soggetto, ad ambedue sommamente interessante, su cui si aggira, che per il desiderio mio di stringer vieppiù una corrispondenza letteraria che debbe recarmi continua istruzione e diletto. Sarebbe sommamente colpevole chiunque, ed io ancor più, per i vincoli di amicizia e parentela che uniscono le due famiglie, se non curasse di perfezionare un sì bel terreno, che lei, stimatissimo sig. abate, ha coltivato fin qui con sì provvida cura, e messo in procinto di dare abbondantissimi frutti. Fatti già i primi passi verso la astronomia sublime, e bastantemente al fatto della marittima, per poterla imediatamente esercitare senza rossore, comincerà il giovine Fabio fra quindici giorni ad intraprendere al mio fianco la parte attiva, che nell'educazione, anche delle guardie marine, proposi sempre alla Corte come preferente, sì per il naturale ammiglioramento del fisico, che ne deriva, come per la immensità di oggetti che procura, sì piacevole al giovine, e per la stracchezza, che considero come l'unico ostacolo ai vizj. Spero dunque ne' principj infondergli queste due grandi ed utili distrazioni: amore alla musica ed amore al travaglio personale, dimanando da quest'ultimo una natural sveltezza ed un merito veramente distinto in un corpo ove, con grande discapito nazionale, si inclinan piuttosto alla vita studiosa e sedentaria. Lo studio ne' libbri non puol esser per noi che un oggetto secondario, posciacchè differenti rami c'interrompono ad ogni momento una serie uniforme; a bordo il servigio personale, le veglie, l'incertezza, il poco sito, il romore, tutto cospira a farci arduo, anzi impossibile uno studio metodico; e sopratutto, obbligati ad ogni momento a veder mancare nella prattica le più belle combinazioni, non possiamo affidare a una grande teorica il timon principale delle azioni nostre. Avvezzerò per conseguenza il nostro giovine, s'ella lo appruova, a considerar le matematiche come ai ragazzi spartani si facea considerare il vitto, che quantunque sì necessario, dovean non ostante scaltramente rubbarlo. In quanto ai libbri che ci rimette, le sono tenutissimo, ugualmente che al sig. marchese Gian Francesco ed al marchesino Daniele, ai quali la prego di voler presentare i miei rispetti. Lascieremo in deposito, o al conte Prasca o al conte Greppi, tutti quei che il sito non ci permetta d'imbarcare, sendo duplicati. Avrà così agio il nostro giovine di fissare il naturale desiderio di possedere in oggetti utili. Avrò cura di coltivargli l'eccellente morale di cui è provisto, generalizzando principalmente le sue idee agli uomini, di qualunque figura o clima si sieno, e, colla varietà grande degli oggetti e l'equilibrio della natura, infondendogli la più giusta idea del Creatore che ci sia concesso quaggiù di percepire.
     Ma mi dilungo di troppo in materie che, quantunque mi sieno estremamente grate, non mi vien concesso per ora di coltivare. Avent'jeri si è gettata felicemente la nostra corvetta all'acqua, sicché abbiam già casa per tre o quattr'anni, dopo i quali non dispero correr con il nostro Fabio a rivederla.
     Non v'è, a mio credere, efemeride di Milano che non sia interessantissima all'astronomia ed alla nautica. I signori Cesaris, Reggio ed Oriani (1) fanno onore all'Italia e, se non dovessi abbandonare quest'osservatorio, al quale S. M., ad istanza mia, va a concedere una dotazione particolare, le avrei supplicato di procurarmi quanto prima la loro corrispondenza. I livelli Litta ci serviranno (se la loro esattezza è sì grande) a intentar di decidere la questione del livello de' due mari fra Panamá e Portobelo.
     Aspetto con impazienza il suo raggionamento sul mio prossimo viaggio, e frattanto mi raffermo, pregandola a credermi con il migliore affetto e gratitudine suo

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(*) Originale presso coll. priv.; D. MANFREDI, Alessandro Malaspina e Fabio Ala Ponzone. Lettere dal Vecchio e Nuovo Mondo (1788-1803), Bologna, Il Mulino, 1999, pp. 177-179.  [Criteri di edizione]

(1) Gli astronomi di Brera Angelo De Cesaris, Francesco Reggio e Barnaba Oriani scambiarono varie informazioni astronomiche con gli ufficiali della spedizione. I contatti venivano mantenuti tramite lo Ximénez. Costui, proprio pochi giorni prima di questa lettera, aveva scritto a Fabio: «[...] Fatemi il piacere di eseguire voi, se sarete in caso di farlo, e di interessare anche il sig. cav. Malaspina, tutte le osservazioni che potrete, di quelle che mi accenna l'amico De Cesaris nella sua lettera. Egli coi suoi colleghi ne faranno pure in Brera, contemporaneamente; al vostro ritorno le comunicherete insieme e le paragonerete; e i risultati che se ne potranno ricavare vi faranno un onore immortale. Vi accludo la di lui lettera, perché vi serva di ricordo e di stimolo [...]»; v. minuta di lettera del 30 marzo 1789, inedita in ACAM.

Text courtesy of the Centro di Studi Malaspiniani, Mulazzo, Italy; notes by Dario Manfredi.    English Translation

Updated: June 5, 2018