Alessandro Malaspina a Gherardo Rangoni  (*)

Cadice, 2 giugno 1789

      Sto, a dir vero, pieno di rossore, di non aver puntualmente risposto alle due pregiatissime sue, colle quali mi faceva l'onor d'acchiudermi la memoria del sig. abbate Spallanzani ed il parere dell'Academia di Torino. Di tutto le sono obbligatissimo e conosco che debbo intieramente alla di lei bontà, l'onore che detta Academia si propone di farmi (1).

     Aspettavo con impazienza i dettagli della Corte per poterle rispondere con maggior chiarezza ed allo stesso tempo sistemare una corrispondenza che considero per me delle più importanti, istruttive ed orrevoli, ed alla commissione stessa, delle più fervide e constanti. Questa è la causa che mi ha fatto diferir lo scriverle, e questa medesima, non per anche ricevute le istruzioni, mi obbliga ad esser per anche conciso.

     Ebbi già l'onor di dirle, fin dal principio, che il mio impegno in indagare i desiderj di differenti savj di Europa era analogo alla idea primitiva del viaggio, di sfuggire dagli imaginarj scuoprimenti, e solo procurar con pacienza filosofica di scrutinare lo già scoperto e, come quest'ovra, quantunque propia di naviganti, si diriggeva piuttosto in sé all'avanzamiento delle scienze naturali, che ai progressi della navigazione, mi si crederebbe sicuramente colpevole, se non mi istudiassi in domandar que' lumi, senza i quali sarebbero state oltremodo limitate le mie ricerche e fors'anche esposte a mancar poi ai più veementi desiderj de savi. Ormai, stimatissimo sig. Marchese, è già corsa la voce del viaggio, di nostri desiderj e dello sforzo di contribuire a progressi delle scienze. Lei per altra parte si è degnato di riguardare questa spedizione a un tempo stesso con gli occhj di un savio e di un mecenate. Spero che la correspondenza letteraria non ne sarà che più interessante, e pel suo mezzo durante il mio viaggio avrò quelli avvisi che chiunque si sia volesse darmi. Il cav. Belmonti a viva voce le darà tutti que' piccioli dettagli dell'armamento che sarebbero oltremodo nojosi per iscritto, ed io frattanto, riservandomi ad una lunga lettera fra un pajo di settimane, mi do l'onor di raffermarmi.
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(*) Originale oggi disperso; copia in APSF; PICANYOL, p. 41; D. MANFREDI, Alessandro Malaspina e Fabio Ala Ponzone. Lettere dal Vecchio e Nuovo Mondo (1788-1803), Bologna, Il Mulino, 1999, pp. 181-182. [Criteri di edizione]

(1) In realtà, a quella data, la Reale Accademia delle Scienze di Torino aveva già nominato Malaspina accademico corrispondente. Nel libro dei verbali si legge: «A 26 aprile 1789 l'Accademia legittimamente radunata [...] ha letto la minuta della risposta che, conforme allo stabilito nella sessione precedente, stimava poter farsi dall'Accademia al sig. cavalier Malaspina, e proposto nello stesso tempo d'aggiungervi una patente di Corrispondente al suddetto cavaliere per viepiù dimostrargli il gradimento del conto che di noi faceva. L'Accademia approvando la proposta lo ha colla solita votazione ascritto al numero dei suoi corrispondenti» (Archivio della Reale Accademia delle Scienze di Torino).

Text courtesy of the Centro di Studi Malaspiniani, Mulazzo, Italy; notes by Dario Manfredi. English Translation

Updated: June 5, 2018