Alessandro Malaspina a Ramón Ximénez  (*)

Cadice, 6 febbraio 1789


     Non le incresca, stimatissimo sig. abbate, che, ammiratore a un tempo stesso delle eccellenti massime ed educazione che ha infuse nel giovane don Fabio, e desideroso non solo che riescano, ma anche che producano quegli abondanti frutti che a la di lui nascita corrispondano, mi prenda la libertà di scriverle direttamente. Ho adesso meco questo giovine ed i rischj materiali, che va presto ad incontrare nel viaggio che le è noto, non tanto mi dan cura, come que' che gli si presentano in un corpo pien di gioventù scostumata, in una età che non respira se non se libertà e, finalmente, fra tutte quelle distrazioni che mille volte mi asterranno dal poter vegliar davvicino sulla sua condotta. Mi consola, a dir vero, il suo talento ed il suo desiderio di distinguersi; ma vorrei che vi unisse molta più docilità, che mi considerasse come un amico che non desidera che il suo bene, e che fosse più costante nel metodo di studiare, posciaché ella sa bene che i nostri studj, aridi per se stessi, non producendo frutto che al più tardi, ed in una svantaggiosa comparazione con gli ameni della letteratura, hanno oltrediciò il grande incomodo che non ammetton la mediocrità: una cosa, fra noi, o si ha da saper bene, o non se ne sa nulla. Non intento perciò ritrarlo dalle belle arti; anzi, neppure da quei studj agevoli, senza i quali ben presto un oficial di Marina gli è un uomo rozzo, che, o di nulla ha a parlare, o ha da far ricordo delle tempeste, dei naufragj e della fame, con mille terminacci che non han di bello che il non intendersi. Ma gli è il mio impegno, per ora (quantunque da lui non per anche accettato), che stabilisca bene i studj preliminari del suo mestiere, che riunisca la prattica alla teorica, che non sia amante della superficialità nelle scienze, e poi, fatto questo, che vaghi a suo piacere, or qua or là, in cerca di quel sollazzo che i stessi libri, colla lor varietà, soministrano così continuo e bello.

     Ingombrato da molti preparativi che ha di bisogno questa comision mia, non posso stendermi su quest'articolo importantissimo quanto io vorrei e, forse, quanto ella stessa vorrebbe. La prego non ostante a rinnovargli su que' punti i suoi paternali e così salutevoli ricordi: ravvivati poi da me a viva voce, ed in lui operando a un tempo stesso la gratitudine ed il rispetto verso di lei, che sì solide massime le ha ispirate, non dubito che giunga al conseguimento di una carriera nobile e christiana.

     Non perderò quest'occasione per dirle anche qualche cosa del mio viaggio, al cui felice conseguimento vorrei che anch'ella avesse la bontà di contribuire, non solo con la rimessa al giovine don Fabio di quelli istromenti e libbri di costì che più creda possano essergli utili se non se anche condiriggere in parte le mie operazioni con quelle notizie e dettaglj che più le pajano utili e che a lei, o a i suoi saggi amici, soministri la costante indagazione delle scienze. Noi correremo tutta la America spagnuola, da Buenos Aires fino a Monterrey, in California, e le nostre Marianne, Caroline e Filippine saranno ugualmente sottoposte ai nostri travaglj, non solo geodesici ed astronomici, ma anche di storia naturale e dell'uomo in generale. Correremo poi le Isole di Sandwich, della Società ed altre del Mar Pacifico, visiteremo la Nuova Olanda e la Nuova Zelanda e, come ho fatto presente al ministro di Marina che i viaggi a far il giro del mondo non tanto a nuove scoperte debbon oggidì diriggersi, come alla perfezione delle già fatte, non dubito che potrem determinare con verità filosofica molte questioni, se i savi, come gli ho già invitati, voglion determinare ove più a lor grado potressimo diriger le nostre ricerche.

     Avvi una questione, fralle altre, che forse potressimo risolvere, ed è il livello de' due mari (1): vorrei per ciò, non solo che ci giungesse a tempo il livello ad immersione che domanda don Fabio, ma altresì il trattato di Du Carla (2), che domando a Parigi, e che mi sarebbe caro che ricevesse anche don Fabio, nel caso di truovarsi in Milano; come anche desidero qualche machinetta per mischiar l'aria fissa e l'acqua da bere; prevenzione che credo utilissima per i lunghi viaggj (3).

     Finisco già con rinnovarle la mia servitù e, desiderando i suoi comandi, raffermarmi suo

     P. S. Porta una soverchia inclinazione allo spendere; vorrei pur che indicasse qualche consiglietto al nostro don Fabio. Però fin qui non è abuso; anzi, spero che mai lo sia, tanto più se i consiglj, di tempo in tempo, lo raffermano nel dritto sentiere.

    La prego de' miei rispetti al sig. marchese Gian Francesco.
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(*) Originale in ACAM. Testo pubblicato da: D. MANFREDI, Alessandro Malaspina e Fabio Ala Ponzone. Lettere dal Vecchio e Nuovo Mondo (1788-1803), Bologna, Il Mulino, 1999, pp. 164-167. Ramón Ximénez era stato precettore di Fabio Ala Ponzone.   [Criteri di edizione]

(1) Malaspina si riferisce all'allora dibattuta questione se gli oceani Atlantico e Pacifico, alla latitudine di Panamá, fossero o meno allo stesso livello.

(2) DU CARLA, Expression des nivellemens ou Méthode pour marquer rigoureursment terrestres et marines les hauteurs et les configurations du terrein, Paris, Cellot, 1782.

(3) Malaspina in proposito aveva già chiesto il parere del dr. José Salvaresa, protomedico della Real Armada, ottenendone risposta favorevole. Tuttavia non sembra che durante la spedizione sia stato effettivamente usato quell'accorgimento per migliorare la potabilità dell'acqua (v. A. OROZCO ACUAVIVA, «Alejandro Malaspina y el protomédico de la Armada José Selvaresa», B. SAIZ (ed.), Malaspina '93, cit. pp. 181-205.

Text courtesy of the Centro di Studi Malaspiniani, Mulazzo, Italy; notes by Dario Manfredi.    English Translation

Updated: June 5, 2018