Notiziario del Centro

Nuova Serie,  n. 2 –  5 marzo 2003

   Redatto da  Dario Manfredi e Rossana Piccioli

 

Notizie da Mulazzo

ª    Il Consiglio Comunale di Mulazzo ha approvato il bilancio preventivo per il 2003. Fra le iniziative che riguardano la politica culturale spicca un ambizioso piano di ristrutturazione e potenziamento del Centro di Studi Malaspiniani - con il finanziamento anche dell’Amministrazione Provinciale di Massa-Carrara e della Comunità Montana della Lunigiana - che si completerà nel 2004. Su questo punto non è stata sollevata alcuna obiezione neppure dalla minoranza consiliare. Apprezziamo vivamente tutto ciò. E’ un chiaro segno che il nostro lavoro viene compreso e che la cultura non divide ma unisce.   

ª  L’Amministrazione Comunale di Mulazzo ha concesso la cittadinanza onoraria all’illustre enologo Luigi Veronelli. Nel corso della manifestazione è intervenuto anche il direttore del Centro di Studi Malaspiniani, che ha voluto ricordare l’attenzione nutrita da Alessandro Malaspina per il vino di San Lucar (al quale nel Settecento si attribuivano funzioni antiscorbutiche) e per il Pajarete (vino che il Navigatore si fece inviare, dalla Spagna, fino agli ultimi mesi). Il dr. Veronelli ci ha chiesto di trasmettergli altre notizie e materiali, che utilizzerà per divulgare anche questo inedito aspetto di “Alessandro Malaspina enologo”. 
 

Notizie dal mondo 

    Gijón (Cantabria, Spagna). Ci informa Juan Castanedo che la città di Gijón intende ricordare, mediante una pubblicazione, le idee di Jovellanos per lo sviluppo di quel porto.

Considerando che anche il conte di Revillagigedo (viceré della Nuova Spagna dal 1789 al 1794) era di Gijón, e considerando pure che tanto Jovellanos quanto Revillagigedo furono indicati da Malaspina quali ministri nel suo progetto riformatore del 1795, è auspicabile che questi personaggi siano studiati anche nei loro reciproci rapporti.

 
Attività del Centro Malaspina

    Il nostro Centro – questo lo scriviamo solo per chi per la prima volta legga i nostri notiziari - non si occupa soltanto di Alessandro Malaspina e della sua spedizione scientifica, ma anche, più in generale, della storia della famiglia Malaspina e perciò, implicitamente, anche della Lunigiana nei suoi vari aspetti: storici, preistorici, folklorici ed etnografici. 

    Questa premessa spiega le ragioni per le quali il Centro sta impegnandosi in una serie di iniziative che non riguardano Alessandro Malaspina, e neppur sempre la sua famiglia, ma solo, in generale, il patrimonio culturale della Lunigiana.

Celebrazioni dantesche

    Mulazzo si prepara a celebrare il settimo centenario (1306-2006) del soggiorno di Dante in Lunigiana.  In questo anno 2003 il Centro curerà la seconda edizione del volume di Livio Galanti Il soggiorno di Dante in Lunigiana.

Si tratta di un libro stampato nel 1985 e da gran tempo esaurito, nel quale il noto dantista mulazzese esamina, con cautela e con rigoroso puntiglio filologico, alcuni aspetti della “stagione” lunigianese di Dante: quando venne, da chi fu ospitato, quale fu il ruolo svolto da frate Ilaro del monastero del Corvo.

Il volume sarà edito dal Centro Malaspina e dal Centro Aullese di Ricerche e Studi Lunigianesi ed avrà il patrocinio della Società Dante Alighieri.

 Rassegna del “Maggio lirico” tosco-ligure-emiliano

     A Montereggio (comune di Mulazzo) è rimasta viva una tradizione antichissima, nella quale possono ancor cogliersi gli echi dei più arcaici riti primaverili di fertilità: il “Canto del Maggio”. Montereggio non è l’unico borgo in cui tale tradizione si è mantenuta; ve ne sono alcuni altri, distribuiti sui versanti ligure, toscano ed emiliano delle nostre montagne. Ma in ogni paese il “Maggio” viene cantato con modalità proprie e differenti rispetto agli altri. Da ciò è nata l’idea di organizzare una rassegna dei maggi, in modo da poter confrontare e studiare in parallelo analogie e differenze.

L’iniziativa, ideata dal Centro Studi Montereggio-Lunigiana, sarà organizzata dalle Pro Loco.

In agosto il Centro Malaspina organizzerà una giornata di studio sul significato del “Maggio” nel folklore lunigianese.

 Conferenze

Domenica 16 marzo alle ore 16,  per il ciclo di incontri Tra Meridiani & Paralleli. Viaggi, Terre lontane, Culture diverse,  Luisa Rossi, docente di storia delle esplorazioni all’Università degli Studi di Parma, terrà la conferenza

Una pittrice di farfalle fra gli Indios.  Maria Sibylla Merian (1699-1701)

Proprio in questi giorni a New York, presso la Morgan Library, si inaugurerà una mostra dedicata ai manoscritti, alle stampe, ai libri, ai disegni di storia naturale, nella quale saranno esposte anche tavole originali della Merian.


Pubblicazioni ricevute

   Pierangelo Campodonico, I Velieri di Domenico Gavarrone, Un pittore di navi a Genova nella seconda metà dell’Ottocento, Tormena, Genova, 2000, 144 pp.; ill.

   Cecilia Tasca, Titoli e privilegi dell’antica città di Bosa, Cagliari, La Memoria, 1999, 398 pp.

   Enrico Basso, Alessandro Soddu, L’Anglona negli atti del notaio Francesco da Silva (1320-1326), Perfugas, Comunità Montana, 2001, 272 pp.

    Sandro Bertelli, Elisabetta Caldelli, Giuliana De Francesco, Silvia Fiaschi, Gabriella Pomaro (eds.), I manoscritti medievali delle province di Grosseto, Livorno, Massa Carrara, Firenze, Regione Toscana, 2002, ill.

     Julio Retamal Ávila (ed.), Estudios coloniales. I, Santiago de Chile, Universidad Andrés Bello, 2000, 350 pp.

Questo volume raccoglie saggi elaborati nel corso del Primer Encuentro de Historia Colonial, organizzato dalla Universidad Andrés Bello.

       Rafael Sagredo Baeza, Las expediciones científicas del siglo XVIII y la    Independencia de América.

 
Riviste

“La Berio. Rivista semestrale di storia locale e di informazioni bibliografiche”, Genova, XLII (2002), n. 2

                   Segnaliamo in questo numero i seguenti articoli:

-  Danilo Bonanno, Emanuela Ferro, Laura Malfatto, L’Inferno in una stanza: La collezione dantesca di Evan Mackenzie alla Biblioteca Berio.

                   -    Orietta Leone, Itinerari di lettura alla scoperta della Liguria: Viaggiatori illustri nel Golfo dei Poeti.

-         Emanuela Ferro, Il primo atlante moderno: il Theatrum orbis terrarum di Abramo Ortelio.

Il Polo. Rivista trimestrale dell’Istituto Geografico Polare Silvio Zavatti”, Fermo, LVII (2002), 1-2.

                   Segnaliamo in questo numero i seguenti articoli:

                   -  Gianluca Frinchillucci, Silvio Zavatti e l’esplorazione dell’isola Bouvet

-    Santiago M. Comerci, Giacomo Bove, precursor antártico en Italia y en Argentina.


Riflessioni

    Nei giorni 13 e 14 febbraio si è svolto a Parma un interessante seminario, organizzato da Luisa Rossi (al quale hanno partecipato studiosi e docenti delle università di Parma, Roma, Genova, Pavia, Siena, Milano, Trieste, Macerata, Firenze, Bologna e Grenoble) intitolato “Alla fine del viaggio…”.

    La relazione che ha suscitato il più vivace dibattito è stata sicuramente quella di Claudio Cerreti e Nadia Fusco: “Il silenzio degli indecenti. Viaggi e racconti rimossi di pecore nere”.

Con la parola “indecenti” i relatori intendevano riferirsi a quei non pochi viaggiatori “scomodi” (e forse questo vocabolo sarebbe apparso più appropriato) alle cui imprese gli storiografi hanno “messo il silenziatore”.

    I relatori hanno osservato che, in genere, la ragione di questi ostracismi deve essere ricercata nella “incompatibilità ambientale” di certi viaggiatori (incompatibilità con il committente del viaggio) o nei loro limiti culturali. Ma altri studiosi hanno obiettato che anche il carattere, le circostanze storiche, la temperie politica possono aver determinato un oblio che oggi ci appare ingiusto. Una relazione, insomma, che ha suggerito molte riflessioni.

    Ed anche noi abbiamo riflettuto, sentendoci toccati da vicino. Infatti il “grande assente” del seminario è stato proprio Alessandro Malaspina, sebbene la sua impresa offra spunti per essere analizzata da svariati punti di vista. Un’assenza che è stata puntualmente rilevata da Ilaria Luzzana Caraci. E ci siamo chiesti se anche Malaspina debba essere classificato fra i viaggiatori “indecenti”, ovvero scomodi, ingombranti, impresentabili, inopportuni, sconvenienti: “pecore nere”, appunto.

    Sicuramente Malaspina era “scomodo” nel 1795, quando, nella Spagna di Godoy, pretendeva di orientare la corona verso idee ritenute “anárquicas” e “sediciosas” (anche se in definitiva suggeriva soltanto quella che oggi chiamiamo devolution…) e si comprende come sia stato “silenziato”. Si comprende anche come tale atteggiamento si sia mantenuto un secolo dopo, quando la Spagna di Alfonso XIII vedeva dissolversi gli ultimi brandelli dell’immenso impero di Carlo V; quell’impero di cui Malaspina aveva paventato la rovina.

Ma dopo? Perché il silenzio?

     Fino ad alcuni decenni or sono si poteva giustificarlo con le difficoltà per documentarsi, dato che i manoscritti sono conservati prevalentemente in archivi esteri. Ma da un decennio sono stati pubblicati tutti i più importanti diari e molte memorie prodotte dalla Spedizione Malaspina, e questa ragione non può più essere addotta. Aggiungiamo che ora, con la possibilità di consultare on line i cataloghi delle biblioteche, si può sapere pure ove andare a cercare i volumi che interessano.

     Qualcuno può suggerire che Malaspina «lleva mala sombra» (come simpaticamente dicono i nostri amici spagnoli), ma a ciò non credono davvero neppure quei pochi che lo sussurrano…

     Non resta che una possibile ragione, per spiegare il perdurante silenzio su Malaspina: pensare che, in questo mondo sempre più frenetico, ormai si trovi appena il tempo per scrivere, ma non quello per leggere le montagne di cose che ogni giorno si scrivono.

     Ce ne sarebbe forse un’altra, alla quale proprio non possiamo pensare, ed è che sia non già il Malaspina ad essere “scomodo”, ma… gli studiosi ad amare la comodità, ossia ad evitare la scomodità di battere sentieri nuovi. Ma non vogliamo crederci: il nostro paese ha una troppo luminosa tradizione storiografica. a

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